LBS Delser: le parole del presidente Leonardo de Biase sulle conseguenze del nuovo DPCM
Queste le parole del Presidente LBS Leonardo de Biase alla luce delle recenti decisioni inerenti il veto alla pratica giovanile dell’attività cestistica emerse dal nuovo dpcm del 24 ottobre:
«Alla fine piovve. Era scritto che volessero imporci di chiudere. Eppure, ci hanno chiesto protocolli, investimenti per migliaia e migliaia di euro a recupero 0, per poi negare alle nostre atlete di poter svolgere lo sport in ambienti protetti e igienizzati e dimostrati come attualmente i più controllati e ad ora a contagio zero. ZERO.
Diciamolo: lo Stato vuole che i giovani stiano a casa o vadano in piazza a fare movida fino alle 18.00, definiti i portatori naturali del virus. Detto ciò, purtroppo l’unica attività autorizzata è quella della A2 e quindi tutte le attività giovanili sono sospese fino al 24 novembre.
Ovviamente i nostri costi non si fermano e il rischio di non farcela causa chi ci governa è più che palpabile.
Voglio dire a tutte le nostre ragazze che io griderò per loro l’ingiustizia e la follia di questi provvedimenti. Adeguarci ai provvedimenti è doveroso per il senso del rispetto delle regole, civilmente dubitare sulla loro sensatezza rientra nella costituzionale libertà di pensiero.
Sicuramente fra un mese la curva pandemica regredirà e si dirà che sarà per effetto dei Dpcm emanati. L’unica cosa certa è che la colpa sarà data alla famiglia ove il contagio si diffonde… ce lo stanno già dicendo e lo confermeranno… d’altronde il Primo Ministro ha detto di usare distanziamento e mascherina anche in casa.
Sono veramente dispiaciuto per le nostre ragazze, mi dispiace tanto.
Ogni atleta che fa attività sportiva dovrebbe essere tutelato da chi ne stabilisce le tappe della sua crescita. Fino ad oggi lo sport era un antidoto fondamentale ad alcool – droga – fumo – depressione – bullismo e tante altre devianze. Ciò non sarà più così. E pensare che i nostri Ministri non hanno mai citato questi rischi in nessun, dico, nessun DPCM. Ora fino alle 18.00 tutto aperto, poi si chiuderanno piazze e locali non pensando minimamente a come comunque si aggregheranno i nostri figli o nipoti, la nostra generazione del domani.
Lo sport non c’è più ad occupare questi spazi temporali».
Fonte: Ufficio Stampa LBS Udine – Simone Narduzzi